Energia sotto stress: il grido d’allarme dei lavoratori di Enel Distribuzione

Lettera ai sindaci e appello ai cittadini: “Meno qualità, più sacrifici. Serve un’alternativa locale”

Una protesta che parte dal cuore del sistema elettrico

Dietro ogni casa illuminata, ci sono persone che intervengono anche di notte, sotto la pioggia o in condizioni critiche. Sono i tecnici di e-Distribuzione, società del gruppo Enel, che oggi lanciano un allarme destinato a far rumore: il nuovo piano turni, previsto a livello nazionale, potrebbe compromettere la qualità del servizio in tutta Italia.


Nuovi turni, meno personale e più ritardi

Il piano aziendale nasce per tagliare i costi degli straordinari. Ma i lavoratori sostengono che avrà effetti opposti a quelli desiderati. Con meno reperibilità e una copertura più rigida, sarà difficile garantire interventi tempestivi. Blackout, guasti e criticità rischiano di durare più a lungo, con disagi evidenti per la popolazione.


Famiglie penalizzate e dignità calpestata

Non è solo una questione tecnica. I nuovi turni coinvolgono sistematicamente i fine settimana, rendendo difficile mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata. “Così non si può vivere”, spiegano i tecnici. “Ci viene chiesto di esserci sempre, ma senza alcuna considerazione per le nostre famiglie e il nostro tempo”.


La proposta: gestione locale dell’energia

Nella lettera inviata ai sindaci, i dipendenti non si limitano alla protesta. Chiedono un confronto serio con le amministrazioni per valutare una strada alternativa: la creazione di una società di distribuzione locale, più vicina alle esigenze del territorio e capace di valorizzare chi conosce realmente le reti elettriche.


Sindacati coinvolti, cittadini chiamati a sostenere

L’appello è rivolto anche alla cittadinanza. I tecnici si rivolgono a Cgil e Cisl, invitando chiunque sia coinvolto a far sentire il proprio sostegno. “Non siamo numeri. Siamo professionisti che hanno sempre garantito il servizio. Ma ora abbiamo bisogno che qualcuno ascolti la nostra voce”.


Un problema nazionale, una riflessione urgente

Questa vicenda non riguarda solo una zona o una categoria. È una questione che tocca l’intero sistema dei servizi pubblici. Di fronte al profitto, quanto valgono la qualità, la sicurezza e il rispetto dei lavoratori? La risposta non può più attendere.